Dall'inferno alla luna

Dall’inferno alla luna


Scheda Tecnica – Dall’inferno alla luna.PDF

La vicenda umana e storica di Werner von Braun, scienziato tedesco a capo del progetto V2 prima e capostipite del programma spaziale americano poi, ha tinte grottesche e tragiche allo stesso tempo: dal campo di concentramento di Dora, dove i deportati venivano costretti a costruire sotto terra (per nascondersi agli Alleati) i componenti del missile che avrebbe dovuto portare Hitler alla vittoria definitiva, agli onori delle cronache USA, dove venne accolto come pioniere della scienza per aver collaborato a mandare l’uomo sulla Luna.

Questa vicenda poggia dunque le radici direttamente sul conflitto tra la morale e la scienza, e rivela quanto la Storia, per compiersi, possa passare sopra i cadaveri di migliaia di uomini, indifferente.

A lungo dimenticati, i fatti che si svolsero a Mittelbau-Dora, dal 1944 al 1945, sono stati magistralmente illuminati dal drammaturgo francese Jean-Pierre Thiercelin, ispirandosi a ciò che il padre ha vissuto e visto direttamente con i suoi occhi: l’inferno in terra, così come raccontato da tutti i deportati nei campi di concentramento nazisti.

Ma il testo di Thiercelin è particolare per la forma scelta dall’autore, e per la domanda che si pone fin dall’inizio del testo: «Come si può dire l’indicibile?»
L’autore sceglie la forma del grottesco, proponendo sulla scena un gruppo di ormai anziani sopravvissuti a Dora, esausti delle continue celebrazioni in memoria dell’Olocausto, e facendoli confrontare con due ragazzi che vorrebbero che la memoria si facesse carne, avesse il ritmo e la vivacità della realtà.

Una memoria viva, dunque.

E così, ecco che i deportati rientrano a Dora, portando con loro i due ragazzi, che adesso vengono ad assistere al grottesco reso realtà, a partire da un gigantesco albero di Natale sul piazzale di Dora.
Si parte da qui per arrivare a Werner von Braun, attraverso cabaret, stacchi pubblicitari, lanci di missili come fossero palle da gioco…
C’è tutto: deportazione, treni senza meta, sofferenza, impiccagioni, bombardamenti, incredulità di chi sopravvive, impossibilità del racconto, imprescindibilità della memoria.

Ma non c’è la retorica, la polvere degli anni, dell’abitudine.

Un racconto duro, divertente e terribile allo stesso tempo, che parte dalle viscere della terra, e dell’odio più assoluto, per raggiungere la Luna, il cielo, l’assoluzione impossibile di chi per realizzare il suo sogno, non ha esitato a spezzare le vite di migliaia di uomini.

Laura Fatini

Di Jean-Pierre Thiercelin
Regia di Laura Fatini

Con:Francesco Storelli Gianni Poliziani Pierangelo Margheriti Calogero Dimino Maria Pina Ruiu Giulia Peruzzi
Assistente: Angela Dispenza
Costumi: Vittoria Bianchini, Roberta Rapetti
Collaborazione musicale: Chiara Giorgi, Luciano Garosi, Diego Perugini, Daniele Cesaretti
Costruzione scene e attrezzi Franco Dottori, Enzo Nerucci
Edizione italiana del testo:Morlacchi editore-Perugia, tradotto da Gianni Poli
Foto: Marialuisa Mazziotti
Produzione: Compagnia Teatro Arrischianti